Un processo ascetico basato sulla memoria astrale è da intendersi come un percorso di liberazione e conoscenza che coinvolge il corpo astrale e la coscienza dell’Io superiore. Tale processo è principalmente associato a particolari pratiche ascetiche eseguibili dopo l’esercizio della concentrazione. Questa disciplina non è esplicitamente descritta nelle scuole tradizionali indiane. Nell’induismo infatti l’ascetismo è una pratica volta a generare una luce interiore attraverso il distacco dal mondo profano e la purificazione degli elementi grossolani; è una disciplina che si concentra soprattutto sui corpi fisico e mentale, con opportune tecniche meditative e con il controllo del respiro nasale. Ricordiamo al lettore che la Scienza dello Spirito le giudica non piú valide per il tipo umano moderno. Nel buddismo, pratiche ascetiche rigorose sono finalizzate alla liberazione dal karma e dalla sofferenza, con esercizi di controllo mentale e fisico, ma anche qui la memoria astrale non è un elemento o un metodo esplicitamente menzionato.
La memoria astrale e il corpo astrale sono temi piú frequenti negli insegnamenti spirituali moderni che combinano elementi di yoga, meditazione e occultismo (nel senso steineriano del termine). In questo contesto l’asceta lavora per incontrare il piano astrale e ascendere spiritualmente attraverso la coscienza superiore del proprio Io.
Queste pratiche appartengono anche a correnti sincretiche, che integrano concetti di corpo astrale e memoria astrale come tappe di un processo ascetico spirituale oltre il corpo fisico-eterico. Abbiamo avuto modo di discutere di queste tematiche in un articolo che affrontava i concetti di Sentiero degli Dei e Memoria Astrale Angelica (vedi La scala di Giacobbe – L’Archetipo).
Rudolf Steiner affronta il tema della memoria astrale in relazione a un processo ascetico moderno soprattutto nel contesto della densificazione o coagulazione del tempo interiore e del rafforzamento della forza del ricordo. Secondo Steiner, durante il sonno l’uomo si trova nel mondo degli Arcangeli, dove insieme a queste entità viene elaborata la Forza della Memoria, che non è solo una semplice facoltà di ricordare, ma una forza interiore che si può accrescere mediante un processo di densificazione del tempo vissuto interiormente. Questo processo consiste in un “saltare” con il proprio Io e corpo astrale avanti e indietro nel tempo interiore, o meglio svincolarsi dallo spazio-tempo come se l’asceta costruisse ed utilizzasse un proprio portale spazio-temporale. È questo un processo che rende le impressioni del mondo esteriore momentanee e nello stesso tempo transeunte, rafforzando cosí la memoria astrale in un contesto oltre i confini della propria incarnazione (R. Steiner La forza del ricordo nasce dalla densificazione del tempo – O.O. N° 219).
Steiner spiega che questa Forza della Memoria può essere rapportata alla densificazione di un gas. Cosí come un gas densificato esercita una maggiore pressione, allo stesso modo il corpo astrale, densificato nel tempo, acquisisce maggiore forza interiore, che si manifesta come una Memoria piú potente e duratura. Questo processo è fondamentale per la vera conoscenza spirituale e per l’evoluzione interiore dell’uomo, poiché permette di superare la percezione limitata ai sensi e nello stesso tempo di accedere ad una coscienza piú elevata (vedi “Dal Carbonio-12 (666) al Carbonio-7 (616) Il futuro è già qui” – L’Archetipo).
Inoltre, Steiner collega questo sviluppo della memoria astrale ad un esercizio ascetico che implica il risveglio e la coscienza del corpo astrale, che è inizialmente “vuoto” e va colmato con la consapevolezza del proprio Io e della “Parola Cosmica”.
Vivere coscientemente nel corpo astrale significa “balzar fuori da sé”, osservandosi dall’esterno e risvegliando parti dormienti dell’anima, un passaggio essenziale per l’evoluzione spirituale e per un moderno cammino ascetico. In sintesi, per Steiner la memoria astrale è una forza interiore che si può sviluppare e rafforzare tramite pratiche ascetiche moderne che coinvolgono la coscienza del corpo astrale e la densificazione del tempo interiore, permettendo all’individuo di acquisire una memoria piú duratura e una conoscenza spirituale piú profonda, superando i limiti della percezione sensoriale ordinaria.
Secondo Massimo Scaligero, attraverso l’esperienza sensoria una parte dell’anima è costretta a vivere per ciò che sostanzialmente non è reale, mentre l’altra partecipa per virtú di profonde forze impersonali a ciò che di reale si dà nell’atto del percepire. In sintesi, una parte profonda dell’anima si addensa in ciò che non si è capaci di vivere con la normale coscienza, perché quest’ultima risente di impulsi egoici e vi si oppone rifiutando l’oltre. Si forma cosí a livello animico una memoria del reale e del vivente oltre l’ apparire sensibile, che, non potendosi manifestare, “s’invererà dopo la morte”. Tuttavia, al discepolo di questo tempo è possibile una ascesi del ricordo che lo può portare a ritrovare in sé la sostanza vera della sua vita di origine cosmico-stellare: quella onde è tessuto il “corpo della memoria”, che, come dicevamo, ordinariamente viene sperimentato dall’uomo dopo la morte.
Mediante il sorgere della memoria astrale, evento propiziato dalle Gerarchie Superiori, egli può aprirsi al valore di profondità delle relazioni umane e alla risonanza cosmica degli eventi e degli incontri di cui è tessuta la vita, senza che sia necessaria la morte, purché conosca tutti gli aspetti insiti nell’opposizioni al Logos, tutte le tensioni individualistiche e mondane, tutte le forme di egoismo e miseria del possesso fisico delle cose, dell’invidia e dell’ingratitudine.
Kether