In una conferenza del 4 ottobre 1915 (in Il valore del pensare, ed. Antroposofica, O.O. N° 164) Rudolf Steiner segnala vigorosamente un errore tuttora diffuso: «Si sbaglia di grosso, miei cari amici, se si dice che il materialismo è sbagliato. Che assurdità è mai questa. …Nel suo campo, il materialismo ha ragione; e se si considera il contributo che esso ha dato al sapere umano, è qualcosa di enorme!».
Quanto precede stigmatizza un atteggiamento foriero di gravi conseguenze ove, soprattutto nel perseguire le vie dello Spirito, si giunga a disconoscere la garanzia rappresentata dal rigore insito nel modus operandi della Scienza, evoluzione del pensiero umano sempre meritevole di ammirazione e riconoscenza ogniqualvolta operi ispirata da un responsabile impulso etico.

Scienziato alchimista
Il Dottore insiste: «Oggi praticare l’alchimia e non la chimica sarebbe effettivamente qualcosa di confuso e di sciocco: oggi si deve praticare la chimica e non l’alchimia come nel XII secolo».
Ma subito dopo ci viene sottolineato anche il limite non meno grave del materialismo: «È necessario che, a partire dall’odierna ricerca, si risalga alla vita spirituale». E le responsabilità vengono ben individuate: «Come mai oggi ci sono molti anatomisti, fisiologi, fisici, chimici e altri ricercatori …i quali vogliono mantenere il materialismo non come metodo di ricerca ma come concezione del mondo?».
La risposta individua cause poco nobili: «Per ricercare in modo materialistico, è sufficiente tenere lo sguardo sul mondo con i cinque sensi e utilizzare i metodi esteriori. Basta abbandonarsi passivamente al mondo, e si sta saldi».
Un ennesimo caso di quella vera e propria iattura, tutt’altro che risolta, che Rudolf Steiner identifica nella ricerca continua della comodità; non disgiunta dalla sorellastra: il timore del nuovo. Due tendenze per cui il materialismo, in se stesso, come s’è visto, piú che giustificato e fecondo, diventa pernicioso quando da prassi indagante pretende assurgere a visione del mondo.
Decisive le raccomandazioni destinate ai discepoli: «È straordinariamente importante che ci si informi, quand’anche non sugli ultimi risultati della ricerca (scientifica n.d.r.) …almeno sul modo in cui il ricercatore procede e sul come egli si regoli in base al suo metodo di ricerca. Ciò è di straordinaria importanza» (c.d.r.).
Richiamandosi al testo Haeckel e i suoi avversari, il Dottore sottolinea ancora una volta quanto in piú occasioni stigmatizzato: «Se qualcuno dice: “Non ho bisogno di studiare il libro. …Per me il mondo spirituale è una certezza fin dall’inizio” …è un egoista che tiene conto solo di se stesso e non considera ciò che il tempo richiede. Ma noi dobbiamo prestarvi attenzione, se vogliamo servire lo Spirito del tempo (Michele, n.d.r.) È straordinariamente importante considerare questo».

Tram di Berlino del 1912
Ennesimo esempio della Sua insistente raccomandazione a non estraniarsi dalla realtà. Memorabile la decisa censura nei confronti dei tanti partecipanti alle conferenze non di rado perfettamente edotti su qualche lontana procedura esoterica, ma totalmente ignari in merito al funzionamento del tram utilizzato per raggiungere la sede dell’evento.
Insistendo sul tema, scioccante il successivo avviso: «Se nell’ambito del mondo spirituale si vuole imparare qualcosa …ci si deve (c.d.r.) familiarizzare con la scienza materialistica». Indubbiamente una presa di coscienza davvero ardua per i tanti che all’interno del movimento ostentano in proposito atteggiamenti di vera e propria insofferenza.

I beni materiali
Altrettanto impegnativo il passo richiesto al materialismo; nel cui ambito: «Ci si attiene al dogmatismo dell’esperienza. …Piú tardi lo chiamai anche “fanatismo dei fatti”. …Le parole che seguono chiaramente sottintendono ancora una volta come la Scienza dovrebbe avere il coraggio di estendere la ricerca al suo passaggio naturale conseguente, l’esperienza spirituale diretta: «Ma per giungere nel mondo spirituale si deve lavorare interiormente, occorre un’attività interiore. E qui la forza delle persone si esaurisce proprio. Nel nostro tempo si può vedere che questa forza è venuta meno» (c.d.r.).
Il fenomeno ci viene delineato anche sotto un profilo storico riconducente alla già menzionata causa: «Su cosa si basa questo? Sul fatto che per quanto meritorio sia il materialismo come metodo di ricerca e abbia in tal modo prodotto qualcosa di grande e di potente senza il quale gli uomini non potrebbero vivere, le persone erano troppo pigre per sollevare alla vita attiva quanto avevano afferrato. La pigrizia, la reale inerzia dello Spirito ha fatto sí che le persone persistessero nel materialismo».
Grave l’accusa che ne consegue: «È per il fatto che il materialismo è diventato tanto dominante e si è spacciato per realtà, che non ci si è elevati al Mondo Spirituale. …Approfondite i settori della ricerca scientifica e vedrete che essa è grandiosa e degna di ammirazione. Approfondite le “visioni del mondo” fabbricate dai monisti (materialisti n.d.r.) e da altre associazioni e vedrete che poggiano su pigrizia ed inerzia, su di una ossificazione del pensare» (c.d.r.).
Ancora una volta il pensiero si conferma la sfera in cui tutto si decide.
È con questa sacrale consapevolezza che Massimo Scaligero ci ha dettagliatamente insegnato come perseguire quello libero dai sensi, base prima dell’Ascesi.
Francesco Leonetti